ARMENIA SEGRETA: VIAGGIO TRA DRAMMI E MERAVIGLIA

itinerario di viaggio armenia cosa vedere fare visitare yerevan weekend

Dopo aver concluso, almeno per il momento, il nostro viaggio in Georgia, oggi non rimane che andare a vivere insieme un nuovo itinerario di viaggio nella vicina Armenia. Il nostro viaggio in Armenia inizia sempre da Tbilisi, la capitale della Georgia. Come sempre per non perdervi i video completi di viaggi e documentari, ricordate di iscrivervi al nostro canale YouTube per tutti i video di viaggio e seguirci su Instagram per le anticipazioni.

Cosa serve per un viaggio in Armenia?

Per organizzare un viaggio in Georgia ed Armenia non è richiesto nessun visto di ingresso. La moneta in Armenia c’è il Dram (1€ circa 442 Dram). Come sempre per navigare in internet passando anche la frontiera terrestre, noi ci siamo affidati a SAILY. Il nostro primo pensiero è quello di avere subito una connessione ad internet, così per navigare durante anche questo viaggio, abbiamo scelto il servizio di eSIM di Saily. Sarà sufficiente scaricare l’APP di Saily sullo smartphone e aggiungere il nostro codice sconto ENONTHEROAD così da avere subito un -15%! A differenza di altre eSIM la comodità di Saily è che se ne compra ed installa nel telefono solamente una. Dettaglio non da poco soprattutto quando si attraversano due paesi via terra.

Cosa vedere in Armenia in 3 giorni

Dopo aver superato la frontiera terrestre a seguito di una discreta attesa, nonostante la modesta fila, eccoci con un nuovo timbro sul passaporto! Fate attenzione: se avete viaggiato in Azerbaijan prima di entrare in Armenia, sicuramente vi faranno qualche domanda in stile KGB per via del conflitto attuale in Nagorno-Karabakh. Un argomento a cui dedicheremo un video dedicato su Youtube perchè abbiamo intervistato anche un rifugiato. Appena varcato l’ingresso dell’Armenia, vediamo da subito tanta natura, tanto verde ed altrettanto filo spinato a ridosso dei confini proprio con l’Azerbaijan. Meravigliose LADA ovunque che ci proiettano indietro nel tempo nei tanti viaggi Sovietici fatti negli ultimi anni. Dall’ultimo viaggio in Kazakistan, al Turkmenistan fino ad arrivare all’assurdo viaggio verso Pyramiden alle Svalbard o l’iconica Transnistria in Moldavia.

Viaggio in Armenia: giorno 1

Prima sosta per oggi: il piccolo villaggio di Dilijan per un caffè e un primo volo con il drone per ammirare la mega bandiera dell’Armenia e il monumento Sovietico in centro. Il Monumento ricorda il 50° anniversario della Repubblica Sovietica Armena, realizzato nel 1970. È formato da cinque punte in cemento che si protendono verso l’alto, rappresentando simbolicamente i cinque decenni di dominio Sovietico in Armenia. Una testimonianza tangibile dell’eredità dell’URSS del paese fino al 1991. Ma questo è solo l’inizio, perchè la capitale Yerevan, avrà molti altri cimeli da offrire in tal senso, ma non solo Yerevan. Vi mostreremo come sempre luoghi fuori da rotte turistiche, in stile viaggio a Chernobyl con radar abbandonati!

viaggio in armenia: cosa vedere fare visitare, migliori monasteri idee consigli

Itinerario di viaggio in Armenia: i monasteri

Il viaggio in Armenia prosegue e dopo la nostra prima tappa a Dilijan, ci siamo diretti verso un luogo di tutt’altro spirito: il monastero di Goshavank. Situato nel villaggio di Gosh, tra le colline rigogliose del Tavush, questo complesso monastico risale al XII-XIII secolo ed è una delle perle dell’architettura religiosa Armena.

La religione in Armenia: cosa c’è da sapere

La religione in Armenia ha radici antichissime. Il paese fu il primo stato al mondo ad adottare ufficialmente il Cristianesimo come religione di Stato, nel 301 d.C., grazie all’opera di San Gregorio l’Illuminatore. Aspetto importante su cui torneremo in più occasioni durante questo viaggio. La Chiesa Apostolica Armena, a cui appartiene la maggioranza della popolazione, è una delle chiese orientali più antiche e conserva ancora oggi riti e tradizioni distintive rispetto al Cattolicesimo e all’Ortodossia Greca. In Armenia, fede e identità nazionale sono profondamente intrecciate: ogni monastero, ogni khachkar (croce di pietra scolpita che poi vedremo più tardi nel monastero di Noratus), raccontano secoli di spiritualità e resistenza.

Haghartsin drone armenia

Monastero di Goshavank: il primo di una lunga serie

Il monastero prende il nome da Mkhitar Gosh, un importante teologo, giurista e scrittore medievale, autore del primo codice di leggi civili e religiose in Armenia. Fu lui stesso a fondare il monastero nel luogo in cui sorgeva un altro complesso distrutto da un terremoto. Oggi Goshavank si presenta come un insieme armonioso di chiese, biblioteche e cappelle, costruiti in pietra tufacea locale, con ricche decorazioni scultoree e una tranquillità che solo i monasteri Armeni sanno offrire. Soprattutto ci hanno sempre lasciato senza fiato i contesti naturalistici in cui sorgono. Come vedremo a seguire nel monastero di Haghartsin o ancora di più in quello di Khor Virap.

Monastero di Haghartsin: Armenia selvaggia

Dopo un bel po’ di tornanti su strade sempre più piccole e tortuose, il viaggio ci propone come nuova tappa quella di un altro meraviglioso monastero, quello di Haghartsin. Natura incontaminata a perdita d’occhio, qualche goccia d’acqua per aumentare ancora di più la spiritualità del luogo, pochissimi turisti, a differenza di quanto visto nei punti principali in Georgia. Fedeli in preghiera tra le candele e barriere sempre minori tra uomo, natura e culto. Haghartsin, il cui nome può essere tradotto come “l’aquila che danza”, fu costruito tra il X e il XIII secolo. La leggenda vuole che, al momento della consacrazione della chiesa principale, un’aquila abbia volteggiato sopra il complesso, ispirando il nome.

cimitero noratus armenia cosa vedere consigli suggerimenti yerevan lago sevan

E noi abbiamo deciso di fare qualcosa di analogo con il nostro drone FPV a picco dai monti circostanti fino al complesso. Haghartsin infatti è composto da diverse chiese, cappelle e una mensa monastica. Il monastero riflette pienamente la bellezza dell’architettura medievale armena: sobria, austera, ma intensamente spirituale. Il cuore del complesso è la Chiesa di San Gregorio, eretta nel 1244, con una cupola slanciata e dettagli decorativi scolpiti nella pietra calcarea chiara. Poco distante, la chiesa di San Stefano e la chiesa della Santa Madre di Dio completano l’insieme, creando un’atmosfera raccolta e solenne, amplificata dal silenzio della natura circostante. Ma è già giunto il momento di spostarci nuovamente e sempre più verso sud.

cimitero noratus lago sevan armenia

Il cimitero di Noratus: tappa imperdibile

Il nostro viaggio continua con la prossima tappa a Noratus, un luogo che definire semplicemente “un cimitero” è riduttivo. Situato nei pressi del lago Sevan dove poi dormiremo questa prima notte, Noratus ospita il più grande campo di khachkar (croci di pietra) dell’Armenia — e del mondo — con oltre 800 esemplari sparsi su un altopiano che sembra scolpito dal vento e dal tempo. In realtà sono tutti pezzi unici, fatti a mano come la tradizione Armena comanda.

Khachkar: alla base di un viaggio in Armenia

Le khachkar sono molto più di semplici croci: sono vere opere d’arte incise nella pietra, ognuna unica, ognuna carica di simbolismo. Risalgono a varie epoche, ma molte delle più antiche e affascinanti sono datate tra il IX e il XVII secolo. Ogni khachkar racconta una storia: alcune commemorano morti illustri, altre celebrazioni, altre ancora servivano come protezione spirituale. I motivi decorativi variano l’uno dall’altro ma sono tutti scolpiti con una maestria che lascia senza parole. In Armenia, i khachkar non è solo un simbolo religioso: è un elemento fondante dell’identità culturale, una forma d’arte riconosciuta anche dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Non a caso ne vedremo molti in giro per le città, anche in pieno centro a Yerevan, perchè è proprio un elemento della cultura del popolo. Sono l’espressione tangibile della fede, della memoria e della resistenza di un popolo che ha attraversato secoli di invasioni, catastrofi naturali e rinascite. Anche attuali purtroppo.

cimitero noratus lago sevan dove dormire cosa mangiare armenia

Viaggio in Armenia: tradizioni e leggende

Oltre alla sua impressionante bellezza, il cimitero di Noratus è anche un luogo intensamente simbolico e carico di leggende. Una delle più note narra che, durante l’invasione dell’esercito di Tamerlano, la popolazione locale posizionò elmi e spade sulle khachkar per farle sembrare soldati in attesa. Ingannati dalla vista, i nemici scapparono convinti di trovarsi davanti a un esercito schierato. Che sia vero o no, il racconto testimonia quanto queste pietre abbiano da sempre incarnato protezione per il popolo e spirito di comunità. Passeggiare tra le pietre di Noratus è un’esperienza quasi mistica. Non c’è recinzione, non c’è rumore né biglietti da pagare. C’è solo il silenzio rotto dal vento e il suono lontano del lago Sevan. Nel nostro caso anche un pianoforte lontano che suona solitario. Ti ritrovi a camminare tra i secoli, a leggere nella pietra la storia di un popolo intero. Non serve essere religiosi per percepire la forza spirituale del luogo: basta lasciarsi andare, osservare i dettagli, toccare con mano la materia viva della memoria Armena.

lago sevan lake monastero armenia enontheroad

Viaggio in Armenia: dove dormire al lago Sevan

Se tra le varie ricerche che state facendo per un futuro viaggio in Armenia, state cercando di capire anche dove dormire, beh, una notte qui al lago Sevan è la priorità da andare a fare! Il lago Sevan è considerato il mare dell’Armenia, visto che il paese non ha sbocchi sul mare e che questo enorme lago è grande 5 volte il lago di Garda! Peraltro è anche uno dei laghi più in alto (come altitudine) del mondo, visto che infatti siamo saliti a ben 2000 metri di quota. Purtroppo stasera ci accoglie il diluvio qui e non rimane che trovare rifugio nella struttura scelta, la splendida Garden Inn che si affaccia proprio sulle sponde del lago. Cena in struttura e buonanotte! Questo primo giorno di viaggio in Armenia ci ha già regalato tante emozioni.

Itinerario di viaggio in Armenia: giorno 2

Sveglia molto presto per provare a catturare le prime luci dell’alba, il meteo promette sole e così è stato! Voli con il drone di rito per ammirare questo splendido luogo dall’alto. Ne è davvero valsa la pena. Siamo completamente da soli, non c’è anima viva in giro e tutto assume un valore ancora maggiore. Tra le tappe più iconiche del nostro viaggio non poteva mancare anche con il drone il Lago Sevan, la “perla blu” dell’Armenia. Uno dei più grandi laghi d’alta quota al mondo. L’aria qui è diversa, più sottile nonostante siamo ai primi di giugno, più pulita. I colori dell’acqua sembrano paragonabili a quelli di un mare, un bel mare, tipo quello visto nel viaggio a Cipro del Nord.

lago sevan lake monastero armenia enontheroad

Da non perdere qui al lago Sevan, sulla penisola (un tempo isola), c’è il monastero di Sevanavank, fondato nel IX secolo da una principessa come luogo di espiazione. Le due chiesette nere, costruite con pietra di tufo vulcanico, si stagliano contro il lago creando una delle cartoline più suggestive dell’Armenia. Il contrasto tra l’azzurro dell’acqua, il nero della pietra e il verde delle montagne circostanti è semplicemente ipnotico. Non il più bel monastero dell’Armenia, ma sicuramente tra i più privilegiati per posizione!

tempio di garni armenia itinerario di viaggio

Garni: la culla del Paganesimo e la sinfonia delle pietre

Lasciato il lago Sevan, il nostro viaggio in Armenia prosegue verso un luogo completamente diverso per atmosfera e storia: Garni. Prima ancora di arrivare al celebre tempio Greco-Romano, ci siamo fermati all’arco panoramico lungo la strada. Da lì si apre una vista straordinaria sulla gola di Garni: un canyon profondo, scuro, scavato nella roccia basaltica, con pareti regolari e ondulate che preannunciano qualcosa di fuori dal comune. Davanti a noi l’affascinante vista sul magnifico Monte Ararat avvolto dalle nuvole. Monte che si trova nel confine Turco e che svetta con i suoi oltre 5000 metri.

garni sinfonia delle pietre armenia

Tempio di Garni e sinfonia delle pietre: magia dell’Armenia

Arrivati al tempio di Garni, ci si trova di fronte a un’anomalia affascinante: un tempio Pagano in mezzo a un paese Cristiano. Costruito nel I secolo d.C. dal re Tiridate I e dedicato al dio del sole Mihr, il tempio è l’unico edificio ellenistico sopravvissuto in Armenia. Distrutto da un terremoto nel XVII secolo e ricostruito fedelmente negli anni ’70, è oggi uno dei simboli dell’Armenia pre-Cristiana. Proprio sotto al tempio di Garni, scendendo nella gola, ci si trova davanti alla Sinfonia delle Pietre: un impressionante fenomeno geologico di colonne basaltiche perfettamente esagonali, che sembrano organi di pietra. E come non fare il collegamento con il recente viaggio fatto in Irlanda del Nord con le sue Giant’s Causeway con il Selciato del Gigante. L’effetto visivo è mozzafiato e il nome è quanto mai azzeccato: è come se la natura stessa avesse composto una partitura fatta di lava e tempo.

Il Monastero scolpito nella pietra: Ghegard:

L’ultima tappa in questa zona è il monastero di Geghard prima di spostarci per 2 notti nella capitale Yerevan. Un capolavoro dell’architettura sacra Armena, letteralmente scavato nella montagna. Il nome completo è “Geghardavank”, ovvero “Monastero della Lancia”, poiché si ritiene che qui fosse conservata la lancia che trafisse il costato di Cristo (oggi visibile al museo della cattedrale di Echmiadzin, dove andremo l’ultimo giorno). Fondata nel IV secolo e ampliata nei secoli successivi, Geghard è un luogo che lascia senza fiato ancora una volta per il contesto naturalistico: le sue cappelle scolpite nella roccia viva sembrano nate qui insieme alla natura. All’interno regna un silenzio sacro, rotto solo dal suono dell’acqua che scorre e da una piccola band di 3 anziani che suonano musiche tipiche all’ingresso. Peccato trovarlo in fase di restauro (anche se sembra un cantiere fermo da tempo). Ma i voli con il drone nelle colline intorno, che lo incastonano come un diamante, ci hanno davvero riempito il cuore di gioia.

cosa vedere a yerevan armenia consigli suggerimenti cascade

Consigli di viaggio in Armenia: Yerevan in 24 ore

Dopo esserci immersi tra monasteri, montagne e pietre scolpite, eccoci finalmente a Yerevan, la capitale dell’Armenia. Lasciati i bagagli nella nostra casa nel cuore della città — a pochi passi dalla monumentale Piazza della Repubblica — siamo subito usciti per cominciare a esplorarla. La prima tappa non poteva che essere una delle sue icone più originali e affascinanti: Cascade.

Cosa vedere a Yerevan la capitale dell’Armenia

Al primo posto, sicuramente Cascade. È molto più di una semplice scalinata monumentale. È un’enorme struttura a terrazze di cemento bianco che collega il centro di Yerevan alle colline più alte della città. Costruita durante l’era Sovietica (e come non notarlo subito quello stile brutalista!) e completata dopo l’indipendenza, oggi ospita al suo interno il Cafesjian Center for the Arts, una galleria d’arte contemporanea che si sviluppa lungo i livelli interni della struttura, raggiungibili anche tramite scale mobili. Noi abbiamo optato per salire livello dopo livello dall’esterno, usando le nostre forze!

cascade yerevan armenia

All’esterno, ogni gradone è decorato con fontane, aiuole, opere d’arte moderna e viste panoramiche mozzafiato. Fin da subito notiamo un collegamento incredibile con il nostro viaggio in un’altra capitale: Andorra La Vella! E vi chiederete: perchè?! Perché subito da sotto Cascade si vedono due statue d’oro che rappresentano i famosi Caganer visti qua e là nella capitale di Andorra! Salendo, si arriva fino in cima, dove si trova una statua monumentale di un soldato e da cui si gode di uno dei panorami più impressionanti sulla città. Nelle giornate limpide si può ammirare il Monte Ararat sullo sfondo, (e oggi era proprio una di quelle giornate!) quasi in dialogo silenzioso con la città. In alto, sopra Cascade, si intravede anche una ruota panoramica, parte di un vecchio parco Sovietico, che aggiunge un tocco nostalgico alla scena. Un po’ stile Pripyat.

Yerevan armenia

Viaggio a Yerevan in Armenia: consigli

Se avete solo un giorno a disposizione per visitare Yerevan, ecco un itinerario perfetto per cogliere l’essenza della città. Noi siamo stati qui 2 notti e abbiamo dedicato alla città 2 mezze giornate piene.

1. Teatro dell’Opera e del Balletto

Prima di arrivare a Cascade, passerete davanti il maestoso Teatro sovietico dell’Opera, ancora oggi uno dei cuori culturali della capitale. La sua architettura monumentale si affaccia su una grande piazza, animata da caffè e famiglie.

2. Piazza della Repubblica

Questa è l’anima di Yerevan: Piazza della Repubblica, un tempo chiamata Piazza Lenin. Al centro della piazza, fino al 1991, troneggiava il busto del leader Sovietico, oggi sostituito dallo spazio aperto e da tante fontane. Gli edifici in tufo rosa e giallo che la circondano sono un capolavoro dell’urbanistica Sovietica, tra cui spicca l’antico ufficio postale, sulla cui facciata svettano ancora le falce e martello — un ricordo tangibile del passato. Qui ogni sera troverete lo spettacolo delle fontane danzanti, merita una visita.

3. Northern Avenue e la chiave

Percorrete la Northern Avenue, la via pedonale più elegante della città, nonché probabilmente l’unico vero corso dove poter camminare, piena di negozi, caffè e arte urbana. Alla fine della via, in direzione nord, troverete una scultura moderna a forma di chiave, simbolo della città, che idealmente “apre” la strada verso Cascade.

5. Via dell’Indipendenza e il Nagorno Karabakh

Su Independence Street, non mancano riferimenti alla storia recente: tra gli edifici ufficiali sventolano anche le bandiere del Nagorno Karabakh, a testimonianza del forte legame nazionale con la regione contesa. Proprio qui venne annunciato nel 1991, l’indipendenza dell’Armenia dall’URSS.

6. I mercati di Yerevan

Tra i mercati più autentici c’è il Vernissage, un enorme bazar all’aperto dove si trova di tutto: tappeti, khachkar in miniatura, gioielli, oggetti sovietici. Immancabili le scacchiere, un gioco sacro praticamente in Armenia. Non a caso il paese vanta anche la squadra pluri campione del mondo di scacchi! Purtroppo non siamo riusciti a visitare il GUM Market, famoso per i prodotti locali come frutta secca, lavash, spezie e conserve.

7. La Moschea Blu

Un altro angolo sorprendente durante il nostro viaggio in Armenia è la Moschea Blu, l’unica moschea attiva della città (e del paese da quanto ci risulta), costruita nel XVIII secolo durante il periodo Persiano. Oasi di pace e architettura islamica, si apre con i suoi archi e le maioliche nel cuore del centro.

8. Swan Lake: un’oasi in centro a Yerevan

Nel centro città di Yerevan, si trova anche un piccolo laghetto artificiale, dove i locali passeggiano, pescano e si godono momenti di relax. È un posto semplice, ma piacevole per una pausa nel verde. Yerevan è una capitale che si svela poco a poco, con il suo mix di memoria Sovietica, arte contemporanea, spiritualità e vita quotidiana. È una città vissuta, non costruita per i turisti — ed è proprio questo il suo fascino. Inoltre ci è sembrata molto a misura d’uomo con tanti punti di aggregazione, dove abbiamo visto persone incontrarsi per parlare e condividere un tramonto senza cellulari in mano. Insolito per i tempi che corrono.

monastero khor virap armenia Nagorno Karabakh

Itinerario di viaggio in Armenia: giorno 3

Questa giornata ci ha fatto piangere, ve lo diciamo subito e senza vergogna. Qui abbiamo deciso di scrivere anche qualche riga tra le note per trasformarle poi in voce nell’intro del video pubblicato sul nostro canale Youtube. E sono le seguenti. “Ci sono viaggi che iniziano sottotono, a volte il meteo, altre un’aspettativa troppo alta poi delusa da un luogo o a volte una semplice risposta scortese di una persona del posto. Poi c’è l’Armenia, un paese sottovalutato di cui non si sente quasi mai parlare. Siamo entrati in punta di piedi, passo dopo passo, attraversando il confine terrestre dalla vicina Georgia. Siamo scivolati sempre più giù verso sud accolti dai sorrisi gentili delle persone, i loro occhi buoni ma che trasmettono un animo mesto e tormentato dal peso della storia. Una storia troppo recente e drammatica da poter archiviare. Un dolore che solo una manciata di Paesi nel mondo vogliono riconoscere. Ma noi no. Siamo qui per questo. L’Armenia saprà farvi piangere per le sue bellezze, i suoi tormenti, le sue persone. Armenia Azat Mard

Khor Virap: fede e dolore ai piedi del Monte Ararat

La giornata di oggi inizia da qui, dal monastero di Khor Virap. Qui dove abbiamo scritto queste righe. Perché abbiamo incontrato un uomo scappato dal Nagorno-Karabakh e che siamo riusciti ad intervistare per un approfondimento sulla questione. Khor Virap, è certamente uno dei luoghi più iconici e fotografati dell’Armenia. Il monastero, costruito su un’altura solitaria, si affaccia direttamente sulla pianura dell’Ararat, con il mitico monte sullo sfondo — simbolo nazionale visibile ma inaccessibile, oggi oltre il confine Turco. La vista è struggente: il monte Ararat sembra vicino, quasi a portata di mano, ma la realtà geopolitica lo ha reso un miraggio. La giornata è perfetta e accendiamo subito il drone per immortalarlo.

monastero khor virap armenia Nagorno Karabakh

Qui la storia è profonda. Il nome “Khor Virap” significa “profondo pozzo”, e si riferisce alla prigione sotterranea in cui San Gregorio l’Illuminatore fu tenuto prigioniero per tredici anni, prima di convertire il re Tiridate e l’intera Armenia al cristianesimo nel 301 d.C. Ma oltre la bellezza come dicevamo, e la spiritualità del luogo, qualcosa ci ha colpiti molto di più qui. Abbiamo incontrato questo anziano signore, sfollato dal Nagorno-Karabakh, era seduto in silenzio sulla collina sopra il monastero, nei pressi della bandiera Armena. Ha raccontato frammenti della sua storia. Ci ha abbracciato. Ci ha baciato più volte, senza chiedere nulla in cambio. Non c’era rabbia nella sua voce. È stato un incontro che resterà per sempre.

memoriale genocidio armenia turchia

Memoriale al genocidio (dimenticato) degli Armeni

Come avrete intuito, il viaggio in Armenia non è proprio solo una semplice vacanza. Un viaggio in Armenia potrebbe cambiarvi per sempre e in questa giornata già ricca di emozioni si è aggiunta anche la visita del Dzidzernagapert. Questo è il Memoriale del Genocidio Armeno, che sorge su una collina che domina Yerevan. Sebbene siamo a circa 20km dal vero centro città. È un luogo che parla poco, ma dice tutto. La struttura è composta da due elementi principali: un obelisco alto e sottile che simboleggia la rinascita del popolo armeno, e dodici lastre di basalto disposte a cerchio, inclinate verso il centro dove arde una fiamma eterna. Ogni lastra rappresenta una delle province perdute in seguito al genocidio del 1915.

memoriale genocidio armenia turchia

La discesa nel museo sotterraneo che accompagna il memoriale è un pugno nello stomaco. Un po’ come abbiamo visto durante le visite alla Casa di Anna Frank o ancora di più, ad Auschwitz e Birkenau. Ma nonostante la portata di questo genocidio, nessuno ne parla mai, nessuno ricorda o ne ha memoria. Le immagini, le lettere, i documenti, le testimonianze parlano di oltre un milione e mezzo di armeni sterminati per mano dell’Impero Ottomano. Oggi Turchia, tanto per essere più chiari a scanso di malintesi. Ma non si tratta solo di numeri o storia: è una ferita aperta, ancora oggi non riconosciuta da molti stati. Per questo i confini proprio con la Turchia sono e resteranno blindati. Solo 29 paesi nel mondo, lo riconoscono. Il silenzio lì è quasi sacro. Nessuno parla ad alta voce. Si percepisce il rispetto, la gravità, la memoria collettiva. Uscendo, ci siamo voltati un’ultima volta verso il monte Ararat in lontananza: immobile, eterno, spettatore muto della storia.

radar rot54 armenia soviet tour chernobyl

Ultimo giorno di viaggio in Armenia con sorpresa!

Prima di risalire il Paese verso nord in direzione Georgia per riprendere il volo da Tblisi verso l’Italia, queste ultime ore di viaggio in Armenia subiscono una splendida deviazione. Tra i luoghi più strani e ipnotici del nostro viaggio in Armenia, c’è senza dubbio il ROT54 — un’enorme antenna parabolica sovietica abbandonata, nascosta tra le montagne nei pressi di Orgov. Poco conosciuto dai turisti, il sito è un residuo affascinante del programma spaziale e scientifico dell’URSS.

radar rot54 armenia soviet tour chernobyl

Costruita negli anni ’80, l’antenna (alta circa 54 metri) faceva parte di un sistema di radiotelescopi utilizzato per l’osservazione delle stelle e delle onde radio cosmiche. La sua parabola gigantesca si staglia ancora oggi contro il cielo, silenziosa e immobile, come un relitto tecnologico lasciato dal tempo. Il luogo è abbandonato, ma accessibile facendo richiesta per fare le riprese — anche se raggiungerlo richiede un po’ di pazienza, strade secondarie e qualche consiglio da gente del posto. Una volta lì, ci si sente piccoli: tutto è immenso, desolato, ma incredibilmente suggestivo. Non ai livelli del Duga Radar a Chernobyl, però ha un po’ quel sapore! Il silenzio è totale, rotto solo dal vento che soffia tra le strutture arrugginite. E qualche mucca molesta che si aggira nei dintorni dello spot. È facile immaginare scienziati Sovietici al lavoro qui, puntando l’antenna verso il cielo nel tentativo di captare segnali dall’universo. O dagli USA! Per chi ama la fotografia urbana, l’archeologia industriale o i luoghi carichi di simbolismo storico, il ROT54 è imperdibile. Ma anche per chi, come noi, cerca in un viaggio il senso del limite, del tempo e dell’invisibile, questa tappa rappresenta qualcosa di unico: un punto in cui scienza, utopia e abbandono si incontrano. Il nostro tempo qui in Armenia è davvero terminato.

armenia Nagorno Karabakh Azerbaijan

Conclusioni di viaggio in Armenia: non solo Yerevan

Il nostro viaggio di 7 giorni tra Georgia ed Armenia si conclude qui! Se volete rivivere con noi ogni momento di questa avventura, trovate i video su YouTube, dove potrete vedere tutto ciò che non siamo riusciti a raccontare a parole. E per un assaggio di quello che abbiamo vissuto o di altri spoiler di nuovi viaggi, seguiteci su Instagram con foto esclusive e i momenti più emozionanti. Sono due Paesi dove probabilmente torneremo in futuro per viverli ancora al meglio ma l’Armenia ci ha davvero travolto a livello emotivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like