(MINI) ITINERARIO DI VIAGGIO IN GEORGIA: NON SOLO TBILISI

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Nuova avventura per noi ed è tempo di raccontarvi il nostro mini itinerario di viaggio di una settimana diviso tra Georgia ed Armenia. Torniamo ad affacciarci in Asia, dopo la serie su Turkmenistan e Kazakistan, o perlomeno a metà, in quello che è il crocevia perfetto tra Europa ed Asia andando ad esplorare il Caucaso. Il nostro viaggio inizia così, con un volo da Roma con scalo a Monaco di Baviera e collegamento verso Tbilisi, la capitale della Georgia.  Se ancora non ci seguite, ricordate di iscrivervi al nostro canale YouTube per tutti i video di viaggio e seguirci su Instagram per le anticipazioni.

Cosa serve per un viaggio in Georgia ed Armenia?

Per organizzare un viaggio in Georgia ed Armenia non è richiesto nessun visto di ingresso. La moneta in Georgia è il Lari Georgiano (1€ circa 3 Lari) mentre in Armenia c’è il Dram (1€ circa 442 Dram). Come sempre per navigare in internet passando anche la frontiera terrestre, noi ci siamo affidati a SAILY. Il nostro primo pensiero è quello di avere subito una connessione ad internet, così per navigare durante anche questo viaggio, abbiamo scelto il servizio di eSIM di Saily. Sarà sufficiente scaricare l’APP di Saily sullo smartphone e aggiungere il nostro codice sconto ENONTHEROAD così da avere subito un -15%! A differenza di altre eSIM la comodità di Saily è che se ne compra ed installa nel telefono solamente una. Dettaglio non da poco soprattutto quando si attraversano due paesi via terra.

Cosa vedere in Georgia in 3 giorni

Arriviamo in piena notte a Tbilisi e i controlli passaporti scorrono a rilento. Circa 1h di coda e, con transfer a seguire, siamo in albergo alle 5 di mattina circa. Doccia, breve riposo e siamo pronti ad esplorare il paese. Per ottimizzare i tempi di spostamento optiamo per fermarci 4 notti nel nostro Bridge Hotel di Tbilisi. Per questo viaggio, a differenza di come abbiamo fatto in molti altri paesi, abbiamo evitato di noleggiare una macchina per goderci di più il viaggio. Ci siamo così affidati ad un Van con autista. Tenete presente che il traffico a Tbilisi è folle, ci ha ricordato un po’ Amman in Giordania ma con qualche colpo di clacson in meno! Inoltre le strade, spostandoci per il paese soprattutto in direzione nord, non sono così confortevoli.

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Viaggio in Georgia: giorno 1

Sveglia ore 8 e alle 8:30 siamo già in partenza verso una delle tappe più rilevanti da fare se state pensando di organizzare un viaggio in Georgia: il paesino di Sighnaghi noto anche come città dell’amore. Prima di arrivare Sighnaghi in realtà, abbiamo un impegno abbastanza disruptive, come direbbero quelli fighi! Disruptive non tanto per l’attività in sé quanto per l’orario! Infatti ci stiamo spostando verso la zona EST della Georgia in quella regione che è conosciuta come la Toscana della Georgia.

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Ci troviamo nella rigogliosa regione di Kakheti. Qui ad attenderci ci sono i nostri compagni di bevuta della cantina Dugladze. Un buongiorno molto alternativo per noi poiché, anziché il cappuccino, la giornata inizia con il tipico bicchierino di chacha. La chacha è una sorta di vodka Georgiana, sebbene sia nel pratico un brandy. Vedrete spesso in giro, soprattutto a Tbilisi, bar con scritto chacha nelle insegne. Smaltito quindi lo shottino siamo pronti per accomodarci nella cantina interna alla struttura. Qui siamo invitati a degustare ben 7 differenti vini tra bianchi e rossi. E sono solamente le 10 di mattina nel frattempo!

Sighnaghi: la città dell’amore in Georgia

Fortunatamente senza l’obbligo di dover guidare avendo preso il van con autista, ci rimettiamo in marcia per andare a visitare Sighnaghi. Percorriamo zone verdeggianti ricche di vigne, mucche in mezzo alla strada che fanno la transumanza, strade sempre più strette e prive di asfalto fino alla destinazione. Benvenuti nella città dell’amore. Fondata nel XVIII secolo dal re Erekle II, Sighnaghi aveva un’importanza strategica per proteggere la regione della Kakheti dalle incursioni Persiane e Daghestane. Il suo nome deriva dalla parola turca “signak” che significa “rifugio” o “luogo sicuro”.

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Fu restaurata nel 2007 per diventare una meta turistica, mantenendo uno stile architettonico ispirato all’Italia e all’Europa del XIX secolo. Le mura fortificate di Sighnaghi, lunghe circa 4,5 km, sono tra le più estese della Georgia, con 23 torri di guardia: da alcune si ha una vista spettacolare sulla Valle di Alazani e sul Caucaso. Per una visita di mezza giornata potrete percorrere gratuitamente le mura, visitare il piccolo centro storico con le sue chiese di San Giorgio e Santo Stefano ma soprattutto potrete sposarvi! Avete capito bene. Sighnaghi è chiamata la città dell’amore proprio per questo! L’ufficio del matrimonio è aperto 24 ore su 24: tantissimi Georgiani e stranieri in generale, vengono qui a sposarsi per la sua atmosfera romantica.

Santa Nino e il Monastero Bodbe

A pochi minuti da Sighnaghi sorge uno dei luoghi più sacri della Georgia: il Monastero di Bodbe, dedicato a Santa Nino. Ci siamo così spostati in questo incredibile luogo di pace, fede e bellezza naturale. Luogo che proprio oggi 1° giugno, troviamo pienissimo di persone, soprattutto locali, perchè In Georgia, il giorno di Santa Nino, l’amata patrona del paese, viene celebrato con grande venerazione, ed è noto come “Ninooba”. Questa ricorrenza speciale si celebra due volte l’anno: il 27 gennaio, anniversario della scomparsa di Santa Nino, e il 1° giugno, giorno del suo arrivo in Georgia.Terminata la visita qui, nonostante solo 1h e 30 di sonno in corpo, torniamo verso la capitale Tbilisi poiché andremo a fare una visita guidata per capire qualcosa di più anche sulla città più importante del paese.

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Cosa vedere a Tbilisi, la capitale della Georgia

La nostra lunga giornata prosegue in centro città a Tbilisi. Andiamo a scoprire in poche ore a disposizione, cosa ha da offrire questa capitale. In realtà il nostro viaggio tra Georgia ed Armenia, si concluderà sempre qui a Tbilisi, quindi andremo ad indicarvi anche le ultime tappe viste in giro, di ritorno dall’Armenia, durante l’ultimo giorno prima del volo di rientro in Italia. Tbilisi è una capitale affascinante sospesa tra storia antica, eredità Sovietica e ambizioni Europee. Un luogo dove il passato convive (non sempre in armonia) con il presente.

Visitare Tbilisi e la Georgia: chiese e monasteri

La nostra esplorazione parte dalla Chiesa della Santissima Trinità (Sameba), una delle più grandi cattedrali ortodosse del mondo. Costruita in epoca recente (completata nel 2004), domina la città dall’alto e rappresenta non solo un simbolo religioso ma anche Nazionale. La chiesa è meravigliosa per le sue forme e soprattutto svetta da ogni angolo della città di giorno e di notte. Da qui, ci spostiamo verso il Darejan Palace, conosciuto anche come Sachino, un piccolo gioiello poco turistico che ci regala una splendida vista su tutta Tbilisi. Da questo punto panoramico si possono cogliere le due anime della città: la città vecchia, con i tetti bassi e irregolari, e sullo sfondo le costruzioni moderne che si arrampicano sui pendii. Noi ci dedicheremo alla parte più storica di Tbilisi anche se riserverà viste moderne.

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Viaggio in Georgia: vivere le (tante) contraddizioni

Scendendo nel centro cittadino, ci imbattiamo nella piazza principale dove sventolano fiere le bandiere della Georgia e dell’Unione Europea. Una scena che potrebbe sembrare grottesca a chi conosce la storia recente del Paese: basti pensare che l’indomani ci attende la visita di Gori, città natale di Stalin! Senza dimenticare che la Georgia fino al 1991 era una Repubblica Socialista Sovietica. E che a nord, confina con la Russia. Russia con la quale ha avuto molti scontri recenti per la disputa dei territori occupati dell’Abcasia e dell’Ossezia del Sud. Questo contrasto tra passato Sovietico e presente filo-occidentale è uno degli aspetti più intriganti di Tbilisi.

Con la Georgia che ha presentato nel 2023 la pratica per entrare a far parte dell’UE e della Nato (candidatura accettata ma arenata dal 2024). Peraltro nel centro della capitale vedrete scritte contro la Russia per quanto accade in Ucraina. Auto con scritte Fu*k Putin e cose del genere. Per molti Georgiani quanto accaduto in Abcasia ed Ossezia del Sud ha rappresentato una sorta di prove generali per l’Ucraina. Non a caso, parlando con alcuni giovani in lingua Russa appena arrivati in aeroporto, la reazione non è stata delle migliori. I giovani rinnegano in larga parte il passato Sovietico e non vogliono nemmeno sentir parlare Russo. Le precedenti generazioni invece sì, lo parlano regolarmente.

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Chacha, Madre Georgia e l’Albero dei Desideri a Tbilisi

Passeggiando tra le vie del centro notiamo insegne con scritto “Chacha Tour”: un richiamo alla chacha, di cui vi abbiamo parlato qualche riga sopra a Kakheti, il distillato Georgiano simile a una vodka (ma più vicino al brandy), protagonista di un tour che ricorda vagamente il bacaro tour Veneziano, ma in stile Caucasico. Con il tramonto che avanza, ci dirigiamo verso la funicolare del centro città, che per soli 0,99 € collega la parte bassa della città con quella alta.

Poco prima della salita, ci fermiamo davanti all’Albero dei Desideri, dove chiunque può lasciare un biglietto con un pensiero, un sogno o una speranza. Un momento semplice ma suggestivo. Una volta saliti, ci aspetta uno dei panorami più belli della città: Tbilisi si apre sotto di noi con il fiume Kura (Mtkvari in Georgiano) che la taglia in due, le cupole delle terme, che vedremo l’ultimo giorno, i vicoli della città vecchia, i ponti e i palazzi più moderni. Proprio qui si erge la monumentale Madre Georgia (Kartlis Deda), che ci accoglie con un calice di vino nella mano sinistra e una spada nella destra: simbolo di ospitalità verso gli amici e di fermezza verso i nemici. Un’immagine che racchiude perfettamente lo spirito Georgiano.

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Cosa mangiare in Georgia: Khinkali e Khachapuri

Con le luci della sera che si accendono, torniamo nella parte bassa di Tbilisi e ci fermiamo nel centro per la cena. Al Khinkali Pub, assaporiamo i piatti simbolo della cucina locale: i Khinkali, ravioloni ripieni di carne o funghi, e l’immancabile Khachapuri, una sorta di pizza dalla forma allungata che nella versione tradizionale ha formaggio e uovo al centro da andare a mixare insieme. Il tutto accompagnato da un eccellente vino rosso georgiano, orgoglio nazionale da più di 8.000 anni. Prima di chiudere la giornata, un’ultima passeggiata sul moderno e suggestivo Ponte della Pace, una struttura iconica in vetro e acciaio che collega passato e futuro, come tutta Tbilisi.

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Ritorno a Tbilisi: le famose terme e la Moschea

Dopo l’intensa parentesi in Armenia, di cui vi racconteremo nelle prossime righe, il nostro viaggio si conclude dove era iniziato: a Tbilisi, la capitale Georgiana. Prima di salutare definitivamente questo affascinante paese, abbiamo approfittato delle ultime ore a disposizione per esplorare una zona a ridosso del centro storico che non avevamo avuto il tempo di visitare nei giorni precedenti: Abanotubani, il quartiere delle antiche terme. Situata ai piedi della cittadella, la parte alta, Abanotubani è una delle aree più iconiche della città vecchia, nota per i suoi bagni termali sulfurei con le cupole in mattoni a vista.

Questo quartiere ha origini antichissime ed è stato il centro della Tbilisi originaria, sviluppatasi proprio intorno a queste sorgenti naturali. L’atmosfera è rilassata, orientaleggiante, e tra le strade acciottolate si respira un’aria sospesa nel tempo. Anche se non abbiamo avuto modo di entrare nei bagni, consigliamo a chiunque abbia più tempo di provare l’esperienza del bagno Georgiano, che unisce sauna, scrub e relax. A pochi passi da qui si trova anche un luogo meno noto ma sorprendente: la Moschea di Tbilisi, un raro esempio di convivenza religiosa in una città a maggioranza cristiana. La particolarità di questa moschea è che sunniti e sciiti pregano insieme, un fatto quasi unico nel mondo islamico. L’edificio, semplice ma suggestivo, si affaccia su una piccola terrazza con vista sulla gola del fiume e rappresenta un’altra sfaccettatura della Tbilisi multietnica e tollerante.

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Consigli di viaggio in Georgia: Gori, la città natale di Stalin

A poco più di un’ora di strada da Tbilisi, sorge Gori, una cittadina tranquilla nella regione di Shida Kartli, conosciuta in tutto il mondo per un solo motivo: è la città natale di Iosif Stalin, il controverso (e cattivissimo) ex leader Sovietico. La nostra tappa principale qui è stata il celebre Museo di Stalin, una struttura che sembra rimasta cristallizzata nel tempo. L’edificio è imponente, costruito in stile sovietico monumentale, e conserva all’esterno elementi davvero singolari: il treno blindato privato di Stalin, utilizzato durante i suoi spostamenti ufficiali (comprese le conferenze internazionali), con ancora visibile sopra la porta lo stemma con falce e martello. Roba che nemmeno nel nostro viaggio in Transnistria!

Infatti intorno, troviamo anche diversi busti di Stalin, una scena piuttosto insolita in luoghi ex URSS: in genere nei paesi ex Sovietici, tipo come abbiamo visto anche nel viaggio a Chernobyl o in quello al Polo Nord nella città abbandonata di Pyramiden, si vedono busti di Lenin, mentre quelli di Stalin sono stati rimossi quasi ovunque. Qui invece svettano ancora, in un’atmosfera quasi sospesa tra celebrazione e memoria storica. L’interno del museo propone una narrazione marcatamente celebrativa, con documenti, foto, oggetti personali e persino un’esposizione sulla sua infanzia.

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Interessante, per così dire, è notare quanto poco spazio venga dedicato alle repressioni, ai gulag e ai milioni di morti causati dal regime. Al termine della visita ci spostiamo all’esterno per vedere, solo da fuori, anche la casa natale di Stalin: una piccola abitazione in mattoni, ora protetta da un portico neoclassico, che mostra il contrasto tra l’umile origine e il destino megalomane dell’uomo che avrebbe dominato la scena politica mondiale per oltre trent’anni.

Uplistsikhe: la città scavata nella roccia in Georgia

Dopo la visita a Gori, la nostra giornata è proseguita con una tappa davvero affascinante: Uplistsikhe, una delle più antiche città rupestri della Georgia. Come non fare un collegamento con la meraviglia di Matera o con l’iconica Cappadocia ma senza turisti?! Situata a circa 10 km da Gori, questo sito archeologico è sospeso tra mito e realtà, e regala uno scenario quasi lunare. Il nome Uplistsikhe significa “fortezza del Signore”, ed effettivamente sembra un luogo fuori dal tempo. Le sue origini risalgono al II millennio a.C., ed è stata abitata ininterrottamente fino al XIII secolo. Qui il tempo ha scavato nella pietra: case, templi pagani, cantine, forni e persino un teatro sono tutti scavati direttamente nella roccia calcarea, seguendo il profilo del pendio che domina la valle del solito fiume Mtkvari. Camminando tra queste antiche abitazioni rupestri, si ha la sensazione di trovarsi in un luogo sacro e arcaico.

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Il sito offre anche una vista spettacolare sulla vallata, ed è facile capire perché, in epoca pre-Cristiana, fosse uno dei più importanti centri religiosi e culturali della regione. Con l’arrivo del Cristianesimo, Uplistsikhe continuò ad essere abitata ma perse progressivamente importanza, fino a essere quasi completamente abbandonata dopo l’invasione Mongola. Una delle strutture più iconiche è la chiesa in pietra costruita nel X secolo proprio sopra la città rupestre, un simbolo della transizione tra l’antico mondo pagano e la nuova fede Cristiana. Al suo interno, i segni del tempo si intrecciano con quelli della devozione. La visita non è solo storica, ma anche paesaggistica: camminare tra le rocce, salire sulle terrazze naturali e guardare il sole riflettersi sul fiume in basso è un’esperienza che vale il viaggio. La nostra visita qui termina con un pranzo al self-service presente all’ingresso del sito. Voli con il drone di rito e si riparte.

Mtskheta: la parte più bella del viaggio in Georgia

Dopo aver attraversato le grotte millenarie di Uplistsikhe, ci rimettiamo in cammino verso Tbilisi, ma non senza una tappa imperdibile lungo la strada: Mtskheta, l’antica capitale del regno Georgiano e tuttora uno dei luoghi religiosi più importanti del Paese. Nonostante oggi sia una cittadina tranquilla e a misura d’uomo, Mtskheta è il cuore spirituale della Georgia, tanto da essere stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità UNESCO. È proprio qui che nel IV secolo il Cristianesimo fu adottato come religione ufficiale, e la sua storia sacra si respira in ogni angolo.

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Dal centro storico alla Svetitskhoveli fino alla cima

Iniziamo la visita dal centro cittadino, che si sviluppa con grazia ai piedi delle colline. Le strade sono antiche, profumano di storia cosi acciottolate, le botteghe di artigianato, i venditori di dolci locali (come la churchkhela) e le case basse in pietra creano un’atmosfera intima e accogliente. Il punto centrale è la maestosa Cattedrale di Svetitskhoveli, uno dei monumenti religiosi più venerati di tutta la Georgia. La leggenda vuole che proprio sotto questa cattedrale sia sepolta la tunica di Cristo, portata qui da un ebreo di nome Elioz, e che il cipresso usato per costruire la colonna portante dell’edificio abbia sprigionato miracolosamente olio profumato. Oltre alla storia, colpisce l’architettura: mura imponenti, affreschi antichi, simboli scolpiti nella pietra e un senso profondo di sacralità. Ma il pezzo forte, seppur bello, non è qui.

Jvari Monastery: il punto panoramico perfetto

Dopo aver esplorato il centro, saliamo in alto sulla collina sempre con il nostro van, dove si trova uno dei simboli più iconici della Georgia: il Monastero di Jvari (“della Santa Croce”). Questo posto ci ha spaccato l’anima! Nonostante il ventaccio di oggi che non ci ha permesso grandi voli con il drone ma da qui, il panorama lascia senza parole. Ai nostri piedi si uniscono i due fiumi Aragvi e Mtkvari, mentre la cittadina di Mtskheta sembra un presepe incastonato tra i monti.

Il monastero risale al VI secolo ed è uno degli esempi più antichi di architettura Cristiana Caucasica. La semplicità della struttura esterna contrasta con la potenza del luogo: si dice che qui Santa Nino, la famosa santa di cui vi abbiamo raccontato nel primo giorno al Monastero di Bodbe, abbia innalzato una croce miracolosa che attirava pellegrini da tutta la regione. A questo punto siamo pronti per rientrare nuovamente nella capitale Tbilisi per trascorrere un’altra notte ma prima cena tradizionale con musica e balli Georgiani!

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Itinerario di viaggio in Georgia: giorno 3

Il nostro viaggio in Georgia prosegue e oggi ci vedrà impegnati a lungo ed in alta quota perchè dovremo percorrere un bel po’ di km in direzione nord. Oggi sarà anche l’ultimo giorno effettivo di viaggio in Georgia poiché domani entreremo ufficialmente in Armenia. La giornata comincia con una sosta panoramica davvero sorprendente: lo Zhinvali Reservoir, un grande bacino artificiale che, visto dall’alto, sembra un lago alpino incastonato tra le montagne Caucasiche. Le acque azzurre, circondate da foreste e colline, creano un contrasto cromatico spettacolare, soprattutto nelle giornate limpide. Una breve sosta qui è d’obbligo, per scattare foto ma anche per assaporare il silenzio prima di riprendere la strada verso nord.

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Fortezza di Ananuri e la Military Road

Oggi percorriamo la spettacolare Military Road della Georgia. Strade e stradine sempre più strette (e più avanti sconnesse) che si aprono davanti montagne innevate e panorami mozzafiato. Dopo la sosta al lago artificiale, continuiamo per un po’ dove la strada si stringe su un ponte e si apre all’improvviso su una visione medievale: la fortezza di Ananuri, che si affaccia proprio sul bacino dello Zhinvali. Questo complesso fortificato del XVI-XVII secolo era il centro del potere dei feudatari Aragvi. Oggi è uno dei monumenti più suggestivi della Georgia, con le sue torri cilindriche, le chiese in pietra scolpita, e i panorami con affaccio sul lago. Da non perdere i dettagli scolpiti nella facciata della chiesa principale, testimoni di una lunga storia di fede e battaglie.

Il brutalista Monumento dell’Amicizia in Georgia

Proseguendo il nostro viaggio sulla Strada Militare Georgiana, saliamo sempre più in quota e raggiungiamo Gudauri, una famosa località sciistica dove ci fermiamo per un pranzo veloce in una sorta di autogrill. Nemmeno a dirlo, Khachapuri anche oggi! Anche se fuori stagione, il paesaggio qui è grandioso: vallate verdi (o bianche, a seconda del mese in cui verrete qui), vette innevate e un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. Stiamo andando sempre più verso nord, verso la Russia e vediamo molte scritte in cirillico ora. Si iniziano a vedere anche parecchie targhe Russe. A pochi minuti si trova il Friendship Monument, costruito nel 1983 per celebrare l’amicizia tra Georgia e Russia. Anche questo fa un po’ sorridere alla luce di quanto raccontato su Abcasia ed Ossezia del sud no?! Questo è un enorme semicerchio in cemento colorato che si affaccia su un canyon spettacolare, con un murale in pieno stile Sovietico. Lo stile sembra così brutalista da far invidia al Buzludzha visitato in Bulgaria!

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Stepantsminda: alle porte del Grande Caucaso

Dopo una lunga e scenografica salita, finalmente arriviamo a Stepantsminda, nota anche come Kazbegi, un villaggio ai piedi del Monte Kazbek, una delle vette più imponenti della Georgia (oltre 5.000 metri!). L’atmosfera qui cambia: l’aria è più rarefatta, il ritmo più lento, il paesaggio davvero maestoso e fa anche freddino. Ma siamo venuti fin quassù per un motivo ben preciso.

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Monastero di Gergeti: spiritualità sospesa

Da Stepantsminda inizia l’ultima, emozionante fatica del giorno: la salita verso la chiesa di Gergeti, uno dei luoghi più fotografati della Georgia. Situata su un promontorio a 2.170 metri, la chiesa si staglia con semplicità contro lo sfondo titanico del Monte Kazbek. Il panorama da lassù è uno di quelli che si imprimono nella memoria: la pietra antica della chiesa, l’erba che ondeggia nel vento, il silenzio assoluto rotto solo da qualche campana lontana. È uno di quei posti che sembrano sospesi e assolutamente fuori dal tempo. Se il cielo è limpido, vedere il Kazbek dietro la chiesa è un momento da brividi. Noi abbiamo avuto questa fortuna! Ma ora è tempo di tornare indietro a Tbilisi. Domani sveglia molto presto, ci attende un nuovo paese. Ci attende l’Armenia con le sue storie drammatiche, il genocidio compiuto dai Turchi e la fresca ferita del Nagorno-Karabakh. Ma di questo vi parleremo nell’articolo dedicato sempre qui dal nostro blog.

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Conclusioni sul viaggio in Georgia: non solo Tbilisi

Il nostro viaggio di 7 giorni tra Georgia ed Armenia si conclude qui! Se volete rivivere con noi ogni momento di questa avventura, non perdetevi i video su YouTube, dove potrete vedere tutto ciò che non siamo riusciti a raccontare a parole. E per un assaggio di quello che abbiamo vissuto o di altri spoiler di nuovi viaggi, seguiteci su Instagram con foto esclusive e i momenti più emozionanti. È stato un viaggio molto interessante e probabilmente in futuro sarà interessante ritornare con più tempo a disposizione dedicando almeno 7 giorni ai singoli Paesi.

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